Propongo oggi un'interessante analisi di Giampaolo Visetti (Repubblica) riguardante il recente accordo Cina-Russia per la fornitura di greggio e gas naturale.
Ancora una volta l'articolo fa capire quanto l'energia sia un settore di altissimo valore strategico, e da qualche parte, come in Russia e in Cina, l'hanno capito molto bene.
Buona lettura.
Le prime due economie emergenti, alleate storiche per una parte del Novecento, uniscono le forze per ricostruire il blocco travolto dall'implosione dell'Urss
Cina e Russia hanno raggiunto l'accordo che consentirà, nei prossimi dieci anni, di continuare a crescere sia al primo consumatore che al primo produttore di energia al mondo. A firmare il contratto record, a Pechino, il premier cinese Li Keqiang e quello russo Dmitry Medvedev. L'intesa prevede che Mosca fornisca, in un decennio, altri 100 milioni di tonnellate di petrolio, in cambio di 85 miliardi di dollari. Quasi chiuso anche il patto sul gas. Gazprom invierà in Cina 38 miliardi di metri cubi di gas naturale, volume che consentirà alla seconda economia mondiale di diminuire la dipendenza dal carbone, che la sta soffocando. Dal 2018 le forniture saliranno a 60 miliardi di metri cubi. Cina e Russia, grazie al via libera sul patto energetico, hanno firmato anche altri 21 accordi di cooperazione bilaterale, che potrebbero consentire ai due Paesi di varcare entro il 2015 la soglia dei 100 miliardi di dollari di interscambio. L'intesa trasforma Pechino e Mosca, reciprocamente, nei primi due partner commerciali. A partire dal 2005 la Cina ha investito ogni anno in Russia una cifra tra i 300 e i 600 milioni di dollari, mentre Mosca non ha mai superato i 30. Il salto di qualità è evidente. Nel 2012 Pechino ha importato dalla Russia 276 milioni di tonnellate e l'ex Urss è stata solo il suo quarto fornitore di greggio. Se l'intesa sul petrolio è conclusa, resta da definire il prezzo per il gas. «Ma la cooperazione energetica tra Cina e Russia - ha rassicurato Medvedev - è il passaggio fondamentale nell'alleanza tra i Paesi in crescita e a beneficiarne sarà l'intera ripresa economica mondiale». Anche il presidente cinese Xi Jinping ha confermato che un accordo sul prezzo del gas è solo questione di dettagli. «Ormai - ha detto il neo-leader cinese - Cina e Russia sono partner strategici di nome e di fatto». Enormi le conseguenze per il mercato petrolifero. La russa Rosneft, gigante dell'energia siberiana, nei prossimi dieci anni invierà in Cina circa 70 milioni di barili di greggio all'anno. Incasserà una montagna di denaro, che potrà investire nel restauro delle vecchie condotte, oltre che in nuovi oleodotti. Forte dell'accordo con la Cina, sarà anche nelle condizioni di trattare prezzi più vantaggiosi con gli altri clienti stranieri, a partire da quelli della zona euro. I mercati hanno subito compreso che il rinnovato asse Mosca-Pechino supera ampiamente gli interessi energetici. Pechino e Mosca hanno firmato un documento politico in base al quale «entrambi i Paesi continueranno a migliorare il coordinamento strategico, per mantenere la loro autorità nelle Nazioni Unite e nel consiglio di sicurezza, in modo da promuovere congiuntamente la pace, la stabilità e lo sviluppo nel mondo». Ciò significa che l'alleanza su petrolio e gas rafforza lo storico blocco comunista sui più scottanti dossier internazionali, dalla Siria alla Corea del Nord, riducendo fortemente i margini di manovra degli Stati Uniti, in difficoltà sia in Africa che in Asia. Tra Pechino e Mosca l'intesa è oggi evidente. Valdimir Putin e Xi Jiping, in un anno si sono incontrati cinque volte: il presidente cinese ha visto Barack Obama solo una volta, per un weekend in maniche di camicia in un ranch privato, snobbato in extremis da Michelle, che ha rinunciato a conoscere la collega first lady. Pechino riempirà dunque i forzieri del Cremlino, consolidando l'impero di Putin. I russi, rendendo possibile la lotta cinese all'inquinamento, contribuiranno invece in misura decisiva alla stabilità interna della nuova leadership cinese.
Grazie all'energia, un universo che si ricompone.