Qualche giorno fa sulla Suddeutsche Zeitung, Repubblica ed El Pais è stata pubblicata questa poesia di Grass (premio Nobel 1999 per la letteratura), risultato: il governo dello stato d'Israele dichiara Grass "persona non gradita", cioè gli vieta l'ingresso nel paese.
Innanzitutto preferisco dire "il governo dello stato d'Israele dichiara", e non "lo stato d'Israele dichiara", perchè credo che per fortuna non tutti gli israeliani la pensino così, e che questo atto non rappresenti tutto il popolo d'Israele.
In secondo luogo, la pubblico perchè questa domanda me l'ero fatta pure io: ma perchè Israele fa tutto sto casino per una bomba atomica quando invece loro ne hanno a iosa?? Però mi sembrava una domanda stupida.
Lungi da me l'antisionismo, ma questa poesia non mi sembra certo si meriti la frase del ministro dell'interno israeliano Yishai: "Le poesie di Grass sono un tentativo di guidare il fuoco dell’odio contro Israele e il popolo israeliano e di promuovere le idee di cui era esponente quando indossava la divisa delle SS. Se Gunter vuole continuare a pubblicizzare le sue idee distorte e false, gli suggerisco di farlo in Iran, dove troverà un pubblico disponibile”.
In realtà proprio questo atto di censura mi sembra molto "iraniano" (L'Iran non me ne voglia).
Grass all'età di quindici anni fece una scelta profondamente sbagliata, si arruolò nell'esercito e venne poi inserito nelle SS. Lo fece per andar via di casa, per lasciare la famiglia. Lui stesso lo dice e a questo si riferisce "la macchia incancellabile" che leggerete di seguito.
La poesia (alla Brecht, direi) si oppone alla consegna da parte del governo tedesco allo stato d'Israele di un sesto sommergibile, in grado di poter lanciare missili con testata nucleare.
Forse ancora prima di leggere questa introduzione, avete già letto la poesia, avete fatto benissimo!!
Buona lettura.
Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt´al più le note a margine.
E´ l´affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un´atomica.
E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l´altro paese,
in cui da anni – anche se coperto da segreto -
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?
Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d´uso corrente.
Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l´esistenza di un´unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.
Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d´Israele
al quale sono e voglio restare legato
Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l´ultimo inchiostro:
La potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi – come tedeschi con sufficienti colpe a carico -
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.
E lo ammetto: non taccio più
perché dell´ipocrisia dell´Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un´istanza internazionale.
Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia ci sarà una via d´uscita,
e in fin dei conti anche per noi.