Riporto uno delle mie parti preferite delle Confessioni.
Agostino è implacabile con le sue domande e con la sua voglia insaziabile di sapere, di capire.
Di domanda in domanda ci porta per mano sempre più in profondità.
Buona lettura.
Ecco Dio, ed ecco le creature di Dio. Dio è buono,
potentissimamente e larghissimamente superiore ad esse. Ma in quanto buono creò
cose buone e così le avvolge e riempie. Allora dov’è il male, da dove e per
dove è penetrato qui dentro? Qual è la sua radice, quale il suo seme? O forse
non esiste affatto? Perché allora temere ed evitare una cosa inesistente? Se lo
temiamo senza ragione, è certamente male il nostro stesso timore, che punge e
tormenta invano il nostro cuore, e un male tanto più grave, in quanto non c’è
nulla da temere, eppure noi temiamo. Quindi o esiste un male oggetto del nostro
timore, o il male è il nostro stesso timore. Ma da dove proviene il male, se
Dio ha fatto, lui buono, buone tutte queste cose? Certamente egli è un bene più
grande, il sommo bene, e meno buone sono le cose che fece; tuttavia e creatore
e creature tutto è bene. Da dove viene dunque il male? Forse da dove le fece,
perché nella materia c’era del male, e Dio nel darle una forma, un ordine, vi
lasciò qualche parte che non mutò in bene? Ma anche questo, perché? Era forse
impotente l’onnipotente a convertirla e trasformarla tutta, in modo che non vi
rimanesse nulla di male? Infine, perché volle trarne qualcosa e non impiegò
piuttosto la sua onnipotenza per annientarla del tutto? O forse la materia
poteva esistere contro il suo volere? O, se la materia era eterna, perché la
lasciò sussistere in questo stato così a lungo, attraverso gli spazi su su
infiniti dei tempi, e dopo tanto decise di trarne qualcosa? O ancora, se gli
venne un desiderio improvviso di agire, perché con la sua onnipotenza non agì
piuttosto nel senso di annientare la materia e rimanere lui solo, bene
integralmente vero, sommo, infinito? O, se non era ben fatto che chi era buono
non edificasse, anche, qualcosa di buono, non avrebbe dovuto eliminare e
annientare la materia cattiva, per istituirne da capo una buona. da cui trarre
ogni cosa? Quale onnipotenza infatti era la sua, se non poteva creare alcun
bene senza l’aiuto di una materia non creata da lui?". Questi pensieri
rimescolavo nel mio povero cuore gravido di assilli pungentissimi, frutto del
timore della morte e della mancata scoperta della verità. Rimaneva tuttavia
saldamente radicata nel mio cuore la fede nella Chiesa cattolica del Cristo
tuo, signore e salvatore nostro. Certo una fede ancora rozza in molti punti e
fluttuante oltre il limite della giusta dottrina; però il mio spirito non
l’abbandonava, anzi se ne imbeveva ogni giorno di più.
Sant'Agostino qui si fa 1000 domande, non risponde ma è felice lo stesso!
RispondiElimina:) si è vero, cmq più avanti nel libro poi riesce a trovare le risposte che cercava, però già adesso è felice perché sente di essere sulla giusta strada.
EliminaQuello che mi piace è la catena di domande razionalissime che si pone.
il ruolo del fedele non è darsi delle risposte, ma farsi delle domande...a mio modestissimo modo di vedere le cose...sant'Agostino, nelle confessioni, riesce a trasmettere il sereno e pacato piacere provato dall'incontrare Dio, o quello che lui ritiene tale, senza per forza spiegarlo o chiarirlo, ma semplicemente testimoniando la sua gioia.
RispondiEliminaSono d'accordo con te, Onironauta.
EliminaGrazie per il contributo,
ciao :)