venerdì 13 marzo 2015

Il gas (non) conteso tra Italia e Croazia

Ieri in uno dei tanti talk show in TV si parlava (anche) di energia, che è un po' il mio settore. 

Era presente Di Battista (M5S): non si è fatto mancare qualche fesseria , sempre con il suo eloquio teatrale, appassionato ma soprattutto superbo e saccente. Ha detto: "dovremmo investire in rinnovabili, come fanno negli altri paesi". Spero sappia che per incentivare gli investimenti in rinnovabili tutti paghiamo già in bolletta più di 12 mld euro annui. Vabbè.

Durante la trasmissione viene citato un articolo di Romano Prodi che fa notare il paradosso dei nuovi grandi giacimenti gas in Adriatico (giacimenti in alto mare, lontano dalle coste): dal lato Croazia hanno già fatto campagne esplorative e assegnato le licenze per la produzione, invece da noi è tutto bloccato. I giacimenti sono a cavallo del confine tra acque territoriali croate e italiane, quindi estraendo dal loro lato, i croati tireranno su anche il metano giacente sotto acque italiane. L'utilizzo di quelle risorse farebbe risparmiare all'Italia un bel po' di soldi.
Ok, dice Prodi, massima attenzione ambientale e principio di precauzione da considerare sempre, ma il modo giusto di affrontare il rischio NON è bloccare tutto, quanto piuttosto analizzarlo e gestirlo, e per questo in Italia abbiamo una normativa tra le più restrittive al mondo (oltre ad un avanzato know-how tecnologico e accademico). 
A chiunque a questo punto stia pensando:" si, ma qua siamo in Italia, si sa come vanno le cose, mancano i controlli e alla fine inquinano tutto", io rispondo con le parole dette su un altro argomento dallo stesso Di Battista: "se il problema sono i controlli, allora sono quelli da sistemare, non possiamo bloccare delle cose positive per paura che alcuni possano fare azioni illecite".

La risposta di Di Battista in questo caso invece è stata: "Prodi è quello che ci ha fatto entrare nell'euro, quindi non si può pretendere granchè.": complimentoni, analisi molto seria e approfondita dell'argomento trattato nell'articolo.

Torniamo alla Croazia: il Ministero dell'ambiente italiano ha giustamente ottenuto di partecipare alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica per i progetti croati, visto che anche l'Italia sarebbe coinvolta in eventuali impatti negativi. Per coerenza dall'Italia (e dalle regioni) dovrebbe allora arrivare un'opposizione pari a quella fatta internamente. Vedremo.
Va detto che in effetti anche in Croazia ci sono opposizioni contro le attività estrattive, quindi il governo ha deciso di fare un referendum popolare in proposito. Vedremo.

Io ritengo che l'attenzione su questi progetti sia importante, e può aiutare a tenere alta la guardia, però non mi spiego come sia possibile che appena si pensa a qualche opera di un certo tipo, partono istantaneamente i comitati di opposizione. Allo stesso modo è sbagliato essere a priori a favore di qualsiasi opera, ed io non voglio essere tra questi ultimi.
Da modestissima persona "informata" sulla materia dico: la tematiche ambientali ed energetiche sono varie e complesse, nel senso che non esiste la soluzione unica e perfetta in ogni situazione ("investiamo in rinnovabili, e tutto sarà risolto"). Ad esempio il gas è ritenuta la miglior fonte energetica di transizione verso un'economia decarbonizzata, verso la quale per fortuna ci stiamo dirigendo (che i petrolieri lo vogliano o no).

Per concludere, sul tema io la penso come Prodi, cioè come nell'articolo che trovate qui.


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