Il cibo scaduto è sempre da buttare? Assolutamente no. E da questo equivoco nascono molti dei nostri sprechi alimentari (circa il 20 per cento della spesa in Italia finisce nella spazzatura). La normativa europea, innanzitutto, distingue la dicitura “da consumare entro il…” che si applica al cibo fresco ad alta reperibilità, dalla dicitura “consumare preferibilmente entro…” che indica un termine entro il quale il prodotto non diventa pericoloso o dannoso ma semplicemente perde alcune caratteristiche organolettiche. Un esempio: lo yogurt si può mangiare anche dieci-quindici giorni dopo la sua data di scadenza, al massimo contiene meno fermenti lattici. L’olio sei mesi dopo la scadenza é sempre ottimo, come la pasta e i pelati, mentre le uova è preferibile consumarle non oltre una settimana dalla data di scadenza. L’equivoco del cibo scaduto è talmente macroscopico che in Inghilterra, dove i controlli alimentari sono rigorosissimi, dopo la Grande Crisi sono esplose le vendite on line della società Approved Food che vende, a basso costo, cibo scaduto ma perfettamente commestibile. Infine un semplice consiglio pratico: il primo modo per non sprecare cibo è non esagerare con la spesa. Non siamo in tempi di guerra, e non abbiamo bisogno di scorte eccessive che poi finiscono nel cestino dell’immondizia.
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