venerdì 20 aprile 2012

Ci vuole audacia. - Don Tonino Bello

Un'amica mi ha fatto leggere questo brano tratto dal libro "Ci vuole audacia" di don Tonino Bello, e non posso non pubblicarlo.
Scusate ma lo devo dire: un prete con le palle (e non solo per questo brano ovviamente).


Buona lettura.

Ci vuole audacia.
La Vita che state vivendo vivetela in modo denso. Poichè non tornerà più. 
E non abbiate paura di entusiasmarvi per le cose. Molti di voi hanno paura. Hanno paura che un giorno la Storia, il loro futuro possa ridacchiare sul loro presente. Molti hanno paura di esporsi. Per non correre il rischio di subire il contraccolpo di questa disunione tra i sogni di oggi e la realtà di domani, preferiscono non sognare. E questo significa dare le dimissioni dalla Vita.
Aver paura di entusiasmarsi oggi, alla vostra età, significa suicidio. Un giorno vi scalderete alla brace divampata nella vostra giovinezza. Non abbiate paura di entusiasmarvi.
C'è tantissima gente che mangia il pane bagnato col sudore della fronte dei sognatori. Ci sono tanti sognatori. Meno male che c'è questa dimensione del sogno nella vita: sporgenze utopiche a cui attaccarci. Meno male che ci sono dei pazzi da slegare, da mettere in circolazione perchè vadano a parlare di grandi utopie. Quello che è pericoloso, è che le grandi utopie si raffreddino nel cuore dei giovani. Io vi voglio augurare che non abbiate a perdere la dimensione della quotidianità e del sogno. Scavate sotto il vostro lettuccio e troverete il tesoro. Non siate inutili, siate irripetibili.

Oltre il ponte - Italo Calvino


O ragazza dalle guance di pesca
o ragazza dalle guance d’aurora
io spero che a narrarti riesca
la mia vita all’età che tu hai ora.
Coprifuoco, la truppa tedesca
la città dominava, siam pronti:
chi non vuole chinare la testa
con noi prenda la strada dei monti.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch’è in mano nemica
vedevam l’altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita è oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore.

Silenziosa suglia aghi di pino
su spinosi ricci di castagna
una squadra nel buio mattino
discendeva l’oscura montagna.
La speranza era nostra compagna
a assaltar caposaldi nemici
conquistandoci l’armi in battaglia
scalzi e laceri eppure felici.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch’è in mano nemica
vedevam l’altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita è oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore.

Non è detto che fossimo santi
l’eroismo non è sovrumano
corri, abbassati, dai corri avanti!
ogni passo che fai non è vano.
Vedevamo a portata di mano
oltre il tronco il cespuglio il canneto
l’avvenire di un giorno più umano
e più giusto più libero e lieto.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch’è in mano nemica
vedevam l’altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita è oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore.

Ormai tutti han famiglia hanno figli
che non sanno la storia di ieri
io son solo e passeggio fra i tigli
con te cara che allora non c’eri.
E vorrei che quei nostri pensieri
quelle nostre speranze di allora
rivivessero in quel che tu speri
o ragazza color dell’aurora.

Avevamo vent’anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch’è in mano nemica
vedevam l’altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.
Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent’anni la vita è oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l’amore.

martedì 10 aprile 2012

Quello che deve essere detto - Günter Grass


Qualche giorno fa sulla Suddeutsche Zeitung, Repubblica ed El Pais è stata pubblicata questa poesia di Grass (premio Nobel 1999 per la letteratura), risultato: il governo dello stato d'Israele dichiara Grass "persona non gradita", cioè gli vieta l'ingresso nel paese.
Innanzitutto preferisco dire "il governo dello stato d'Israele dichiara", e non "lo stato d'Israele dichiara", perchè credo che per fortuna non tutti gli israeliani la pensino così, e che questo atto non rappresenti tutto il popolo d'Israele.
In secondo luogo, la pubblico perchè questa domanda me l'ero fatta pure io: ma perchè Israele fa tutto sto casino per una bomba atomica quando invece loro ne hanno a iosa?? Però mi sembrava una domanda stupida.
Lungi da me l'antisionismo, ma questa poesia non mi sembra certo si meriti la frase del ministro dell'interno israeliano Yishai: "Le poesie di Grass sono un tentativo di guidare il fuoco dell’odio contro Israele e il popolo israeliano e di promuovere le idee di cui era esponente quando indossava la divisa delle SS. Se Gunter vuole continuare a pubblicizzare le sue idee distorte e false, gli suggerisco di farlo in Iran, dove troverà un pubblico disponibile”. 
In realtà proprio questo atto di censura mi sembra molto "iraniano" (L'Iran non me ne voglia).
Grass all'età di quindici anni fece una scelta profondamente sbagliata, si arruolò nell'esercito e venne poi inserito nelle SS. Lo fece per andar via di casa, per lasciare la famiglia. Lui stesso lo dice e a questo si riferisce "la  macchia incancellabile" che leggerete di seguito.
La poesia (alla Brecht, direi) si oppone alla consegna da parte del governo tedesco allo stato d'Israele di un sesto sommergibile, in grado di poter lanciare missili con testata nucleare.
Forse ancora prima di leggere questa introduzione, avete già letto la poesia, avete fatto benissimo!!

Buona lettura.

Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo
quanto è palese e si è praticato
in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,
noi siamo tutt´al più le note a margine.
E´ l´affermato diritto al decisivo attacco preventivo
che potrebbe cancellare il popolo iraniano
soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,
perché nella sfera di sua competenza si presume
la costruzione di un´atomica.
E allora perché mi proibisco
di chiamare per nome l´altro paese,
in cui da anni – anche se coperto da segreto -
si dispone di un crescente potenziale nucleare,
però fuori controllo, perché inaccessibile
a qualsiasi ispezione?
Il silenzio di tutti su questo stato di cose,
a cui si è assoggettato il mio silenzio,
lo sento come opprimente menzogna
e inibizione che prospetta punizioni
appena non se ne tenga conto;
il verdetto «antisemitismo» è d´uso corrente.
Ora però, poiché dal mio paese,
di volta in volta toccato da crimini esclusivi
che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,
di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se
con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,
dovrebbe essere consegnato a Israele
un altro sommergibile, la cui specialità
consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove
l´esistenza di un´unica bomba atomica non è provata
ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,
dico quello che deve essere detto.
Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d´Israele
al quale sono e voglio restare legato
Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l´ultimo inchiostro:
La potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?
Perché deve essere detto
quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;
anche perché noi – come tedeschi con sufficienti colpe a carico -
potremmo diventare fornitori di un crimine
prevedibile, e nessuna delle solite scuse
cancellerebbe la nostra complicità.
E lo ammetto: non taccio più
perché dell´ipocrisia dell´Occidente
ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile
che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,
esortino alla rinuncia il promotore
del pericolo riconoscibile e
altrettanto insistano perché
un controllo libero e permanente
del potenziale atomico israeliano
e delle installazioni nucleari iraniane
sia consentito dai governi di entrambi i paesi
tramite un´istanza internazionale.
Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,
e più ancora, per tutti gli uomini che vivono
ostilmente fianco a fianco in quella
regione occupata dalla follia ci sarà una via d´uscita,
e in fin dei conti anche per noi.

venerdì 6 aprile 2012

Due momenti.

Non posso non appuntare due momenti appena vissuti che non voglio dimenticare e che mi piacerebbe condividere.

Ieri sera, passeggiata serale al Duomo con i soliti quattro amici, e all'improvviso arriva un gruppetto di uomini che iniziano ad intonare i lamenti pasquali.
Ci zittiamo e ascoltiamo, io guardo loro, guardo la Cattedrale, guardo loro, guardo le pietre gialle ed antiche e passo in un'altra dimensione, immagino che la stessa identica situazione è avvenuta 30, 50, 80, 100 anni fa, forse anche prima.
Dopo qualche minuto, così come improvvisamente avevano iniziato, si interrompono, si spostano di qualche decina di metri, e ricominciano.
Poi girano l'angolo, scendono giù per altre stradine, e ricominciano. Noi stiamo parlando di nuovo, ma ad un tratto mi arrivano di nuovo quelle voci, ed è un attimo per il mio cervello ricordare l'ezan, la chiamata alla preghiera musulmana, che ho sentito 5 volte al giorno per cinque mesi, e che suona così simile ai nostri lamenti che rimbalzano sulle pietre antiche delle case, proprio come l'ezan rimbalzava sul legno antico delle case nel mio quartiere greco.

L'altro momento è di stamattina: sono in macchina, quando vedo mia nonna camminare sul marciapiede, mi fermo e lei contenta mi spiega che sta facendo il giro degli Altari dell'adorazione, è un pò stanca, ma le fa bene e le piace farlo.
E così saluto mia nonna, e la guardo nello specchietto, mentre si allontana, con i suoi capelli candidi e la camminata frizzante di una ragazzina di 84 anni.
MAŞALLAH!!!

giovedì 5 aprile 2012

Consiglio musicale: NONÒ SALAMONE

Continuo con la rubrica musicale, e continuo con la musica folk siciliana, oggi vi segnalo Nonò Salamone. Nonò non è soltanto un cantante, autore e suonatore di musica folk: è anche (o forse soprattutto) uno dei pochi veri cantastorie rimasti in Sicilia.
Antichissima tradizione quella dei cantastorie, che può risalire fino ai "trobadores" medioevali, e forse anche prima, se è vero che la trasmissione orale è stata addirittura alla base dell'Odissea.
Conobbi questo artista per caso, mentre mi trovavo al forum nazionale antimafia a Cinisi, alcuni fa, quando comprai un suo CD per curiosità.
Amico e collaboratore di Ignazio Buttitta, Rosa Balistreri e Ciccio Busacca (e questo già dovrebbe bastare per andare ad ascoltarlo!!), ha cantato molti componimenti dello stesso Buttitta (tra cui "lettera ad una mamma tedesca" che pubblicai qualche tempo fa.)
Le sue canzoni sono racconti, sono manifesti, sono storia e geografia del nostro popolo, da Portella della Ginestra fino a Marcinelle.
Potrei scrivere molto altro, ma la cosa migliore è sempre la stessa: ascoltarlo con le vostre orecchie e con il vostro cuore siciliano (chiedo scusa se leggerà qualcuno non siciliano;)).
Album consigliato: Focu Ardenti.

BUON ASCOLTO!!!