venerdì 27 marzo 2015

La situazione idrica a Piazza Armerina

L'acqua è un tema che interessa tutti, in particolare il sottoscritto, che ha pure passato qualche anno di vita a studiarla.
Riguardo al sistema idrico, si possono individuare due ordini di criticità: a monte dell'utilizzo, ovvero estrazione e distribuzione, e a valle, cioè il trattamento e lo scarico finale nel corpo idrico ricettore.
Su queste (ed altre tematiche) è stato da poco messo online il "Portale dell'acqua" , che fornisce tutta una serie di dati ed informazioni sulla situazione della gestione idrica nel nostro paese.
Il portale è stato realizzato dalla "Struttura di missione contro il dissesto Idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche", istituita dalla Presidenza del Consiglio.

Appena ho saputo del portale, ho pensato immediatamente al mio bel paese di Piazza Armerina. 
Di seguito riassumo i dati e le informazioni che trovato, cercando di essere il meno retorico possibile, visto che sul tema dell'acqua se ne dicono veramente di tutti i colori. Mi perdonerete se ogni tanto inserirò dei commenti.

Sappiate innanzitutto che l'Italia è attualmente sottoposta ad una procedura di infrazione europea a causa dell'inadempienza di molti comuni italiani alla direttiva 91/271/CEE, riguardante il trattamento delle acque reflue urbane. 
Non posso che segnalare che in questo caso "l'odiata" Unione Europea fa una cosa importantissima, spingendo il nostro paese ad applicare le giuste azioni che proteggano l'uomo e l'ambiente.
Mi sembrerebbe molto contraddittorio se qualunque antieuropeista utilizzasse queste procedure di infrazione per chiedere degli interventi a favore dell'ambiente: sarebbe come dire "dovete proteggere l'ambiente, come dicono gli incompetenti e inutili rappresentanti della UE."

Ma lasciamo stare la politica, e torniamo a noi.
Ogni buon ingegnere ambientale sa che tutti i comuni al di sopra di 2000 abitanti dovrebbero essere dotati di un impianto di depurazione, ma nella realtà questo  in molti casi non avviene. 
Oltre all'inesistenza dell'impianto, l'inadempienza alla direttiva può derivare anche dal fatto che l'impianto, anche se esistente, non soddisfa determinati requisiti o perché non sono state comunicate determinate informazioni.

Anche Piazza Armerina (insieme a circa altri 1000 comuni) ha l'onore di essere citata nella lettera del commissario europeo per l'ambiente Janez Potocnik, riguardante la suddetta procedura di infrazione.
L'impianto di Piazza Armerina risulta inadempiente per due motivi:
  • non è stato data una giustificazione al fatto che sia stato ridotto il numero di abitanti che l'impianto deve servire (da 26.149 a 23.000);
  • non è presente un trattamento secondario e pertanto i risultati dei trattamenti non sono conformi alla direttiva.
Riguardo al secondo punto, dando uno sguardo alle foto satellitari si vede che il trattamento secondario in effetti è presente, ma probabilmente non funziona come dovrebbe (oppure è il primario che viene bypassato).
Per ovviare a queste inadempienze, risultano programmati degli interventi di cui però, purtroppo, non si hanno dettagli (le informazioni sugli interventi dovrebbero provenire dagli ATO di appartenenza).

Passiamo ora ad alcuni dati interessanti, provenienti dai rapporti ISTAT al 2012.

Piazza Armerina ha una percentuale di perdite idriche del 53,5%, al di sopra della media ATO del 48,2% e della media regionale del 45,6%.

















Per avere un quadro del contesto italiano delle perdite idriche, riporto la mappa seguente.


Passando ai dati sui trattamenti delle acque reflue, si scopre che nell'ATO di Enna viene trattato il 37,5% dei reflui civili prodotti, rispetto ad una media regionale del 40,4%, che è il valore più basso tra le regioni italiane.In questo caso non si hanno dati sui singoli comuni.
Piazza Armerina è dotata di un impianto che dovrebbe essere in grado di trattare all'incirca tutti i reflui civili prodotti, quindi tutte le abitazioni ed attività normalmente collegate alla rete fognaria urbana  recapitano i reflui all'impianto di trattamento. Inoltre in queste percentuali difficilmente rientrano i sistemi esistenti di trattamento individuale dei reflui (vasche IMHOFF, ecc.)
Per concludere, due considerazioni:
  1. Scopo di questo articolo non è fare terrorismo psicologico, ma soltanto riassumere dei dati esistenti online e liberamente consultabili. I dati risalgono al 2012, quindi le cose potrebbero essere cambiate, per esempio in seguito a successivi interventi sulle reti di distribuzione.
  2. Risparmiamo tutta l'acqua che possiamo, in ogni momento e in ogni atto della nostra quotidianità.



1 commento:

  1. Articoli come questo son utilissimi per far capire che statistiche e dati su eventi/momenti/movimenti etc non sono cose LONTANE e incomprensibili, ma piuttosto tutto ciò che ci circonda. Detto questo credo che il grosso delle perdite non sia addossabile ai privati quanto alle industrie, ma soprattutto alle infrastrutture (ancor di più nella nostra terra). Questo non vuol dire che non dobbiamo lottare per un'educazione al risparmio, anzi: educare i giovani a risparmiare l'acqua (o a riciclare la carta) creerà una futura classe dirigente più sensibile a queste problematiche.

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