domenica 12 agosto 2012

Tredicesima partita - Umberto Saba


Ieri Radio 1 mi ha regalato questa poesia.
Chi, da ragazzo, ha giocato a calcio con gli amici fino a quando era tanto buio da non vedere più la palla, forse sentirà la stessa la sensazione che ho provato io nell'ascoltarla.

Buona lettura


Sui gradini un manipolo sparuto
si riscaldava di se stesso.
E quando
- smisurata raggiera – il sole spense
dietro una casa il suo barbaglio, il campo
schiarì il presentimento della notte.
Correvano sue e giù le maglie rosse,
le maglie bianche, in una luce d’una
strana iridata trasparenza. Il vento
deviava il pallone, la Fortuna
si rimetteva agli occhi la benda.
Piaceva
essere così pochi intirizziti
uniti,
come ultimi uomini su un monte,
a guardare di là l’ultima gara.

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