lunedì 8 aprile 2013

Cercansi lampadine - Gramellini


Oggi Gramellini mi ha colpito con questo suo breve articolo, letto a "Che tempo che fa".
Lo ripropongo qui, perché ne condivido fortemente sia la forma che la sostanza.

Buona lettura. 

Un amico racconta che qualche tempo dopo la morte del nonno ha dovuto liberare la cantina del suo appartamento. Tra le altre cose ha trovato uno scatolone pieno di lampadine fulminate. Era accompagnato da un biglietto scritto a mano: «Casomai in futuro inventassero un sistema per ripararle». 

Dietro certi aneddoti affiora un mondo. Pare di vederlo, quell’uomo, mentre accatasta oggetti inutilizzabili in un angolo della cantina con la speranza segreta che un giorno possano servire ancora: se non più a lui, a qualcuno della sua famiglia. C’è chi interpreterà il gesto del nonno come un rifiuto del consumismo o un afflato di tirchieria. Io al contrario vi sento la fiducia nel futuro. È lei che abbiamo perso, è lei che ci sorride nostalgica da questi quadretti del passato che ammorbidiscono i cuori perché sembrano celare una risposta possibile alle angosce presenti. L’Italia è uscita dalle macerie di una guerra mondiale grazie a persone che ragionavano così. Statisti che inseguivano obiettivi e non sondaggi, imprenditori che rinunciavano agli utili per tradurli in investimenti, banchieri che prestavano denaro senza passare subito all’incasso, famiglie che risparmiavano sui cappotti dei figli ma non sui loro studi. Milioni di appassionati della vita che coniugavano i verbi al futuro, pur sapendo che non lo avrebbero goduto ma soltanto propiziato. A chi, seduto su nuove macerie, si chiede da dove ripartire, mi verrebbe da indicare quello scatolone di lampadine bruciate.  

2 commenti:

  1. alla nostra generazione, imho, hanno tolto il piacere di sognare, ci hanno lasciato solo il buon ministero della verità, che ci dice che si stava meglio prima, seppur il "prima" è causa di tutti i problemi che abbiamo ora (dai debiti, alla carenza di cultura e meritocrazia)...quello che mi spaventa ancor di più è la carenza nei giovani di proposte, di idee, di voglia di cambiare le cose [come ti dissi una volta, se ricordi, siamo una generazione arrivata, la massa preferisce far la fila per l'iphone, spendendo 800$, piuttosto che spendere 1$ per aiutare qualcuno a sostenere un progetto] viviamo nel mondo delle app, tutto pronto, tutto preconfezionato, arrivi e sgranocchi quel che ti piace per i primi minuti, poi butti via il resto].

    Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.
    Paul Valéry

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  2. Beh già riciclare quel vetro non sarebbe male :) Comunque mi piace molto Gramellini, seguo spesso il suo "buongiorno"

    Giordano

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